La ‘ricerca della Visione’ è una tradizionale cerimonia dei Nativi Americani, un ritiro solitario, in preghiera, a digiuno, per quattro giorni su di una montagna o nel deserto.
L’ obbiettivo è una maggiore connessione con i propri Spiriti per chiedere aiuto, consiglio, potere o una guarigione. E’ una prova significativa e si fa per segnare un cambiamento profondo nella propria vita. Come per il ‘ viaggio sciamanico’ si parte con una missione chiara. ‘Chiedo aiuto per guarire, cambiare lavoro, superare un ostacolo, sanare la mia relazione con mio fratello, mi voglio sposare, chiudere con le mie dipendenze…’In solitudine dalla tribù e dagli esseri umani, ma in profonda connessione con i propri Spiriti, nel silenzio ricco di voci della Natura, ci si apre all’ ascolto profondo. Dopo un giorno di digiuno, i colori sono più vividi, i confini delle cose attorno a noi sono più netti, il corpo prende a auto-ripulirsi e anche il lavorio della mente si allenta: le tensioni si sciolgono e blocchi che sembrano immensi si ridimensionano.
Nel frattempo, interagiamo con la Natura. Può diluviare – un mio amico, in New Mexico, dove hanno problemi di siccità – è rimasto sotto un diluvio per 4 giorni e la sabbia dopo mezz’ora era diventata fango appiccicoso che rendeva ogni passo una fatica improba.
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In una VQ di fine primavera sono stata assalita da moscerini infinitesimali, di cui non conoscevo l’ esistenza. Entravano ovunque, ed erano particolarmente affamati dell’ umido dei miei occhi. Si placavano solo se c’ era vento o la pioggia, e non so cosa fosse peggio. Mia sorella invece si è trovata in una foresta in cui dei vermicelli verdi cadevano come gocce dai rami. Tutto ciò che accade nella Quest è correlato alla nostra domanda di aiuto e serve per capire.
Durante il ritiro occorre trovare il Posto di Potere dove celebrare l’ ultima notte. Il PP non è un punto panoramico, o un luogo ameno e accogliente. E’ un punto in cui ci si sente allineati con l’ energia del luogo, il punto perfetto in cui possiamo meglio ricevere il sussurro dei nostri Spriti. Nel suo primo libro, ‘ A scuola dallo sciamano’ Castaneda ne parla diffusamente. Il PP è spesso un luogo anonimo all’ occhio della ragione, e occorre attenzione e tempo per individuarlo, altre volte invece ci chiama in maniera inequivocabile. Trovato il punto giusto, ci si prepara all’ultima notte, in cui è previsto restare all’ aperto e svegli, voltati verso Ovest . Mentre il buio infittisce come se il sole, tramontando, abbia inghiottito con sé, nell’ abisso profondo – nell’ Ade – la nostra richiesta di aiuto, anche il freddo aumenta. I contorni attorno a noi si perdono fino a che siamo immersi in uno scuro totale . Se non c’è la luna, la notte fonda è un tempo che non finisce mai. A volte abbiamo incontri con animali. E molti altri incontri, di ogni genere. Poi, dietro di noi, inizia un infinitesimale chiarore. il segnale del nuovo giorno che verrà. Il freddo è pungente, non sono nemmeno le prime luci dell’ alba, ma ci si volta a Est e si aspetta il sorgere del sole.
Pian piano, molto gradualmente, – anche qui, non finisce mai – il cielo cambia colore, la luna e le stelle, se c’ erano, sbiadiscono e tramontano, arriva un lattigginoso bianco grigio, il preludio dell’ azzurro. Prima di tornare, occorre cancellare le tracce della nostra presenza notturna, restituire il posto alla Natura, come l’ abbiamo trovato.
Nel settembre 2005 ho deciso una VQ per prepararmi alla morte di mia madre, che a 83 anni stava benissimo, ma i miei Spiriti, fin dal gennaio, mi avevano avvertito che ‘ stava preparando la sua canoa’. Credo agli Spiriti e la spiavo preoccupata mentre dissimulava piccoli passi per allontanarsi in ordine. Ci dava la lista dei suoi mobili da distribuire ai nipoti ‘in caso che’, diceva dove trovare delle cose ‘ in caso che’. Vuotava cassetti e buttava via roba. Mia sorella, un pomeriggio, per esorcizzare il senso dell’ addio, è uscita con 5 vecchi cappelli impilati in testa. Siamo scoppiate a ridere, ma .. Prima di isolarmi sulla montagna, avevo chiamato mia madre. ‘ E’ venerdì. Non posso chiamarti fino a martedì.’
Quando sono scesa a valle, a fine VQ, dopo la lunga notte guerriera, mi sentivo forte: gli Spiriti non sono mai precisi sul ‘ tempo’ e la sua morte era lontana.
Molte ore dopo, siamo rientrati alla base e ho chiamato mia madre. Mi ha risposto con una voce impastata e quasi provocatoria: ‘Sono all’ ospedale! Ho avuto un ictus la mattina di venerdì, appena te ne sei andata’. Dall’ ictus si è ripresa, ma era il primo segnale di un cancro velocissimo che l’ ha portata via il giorno dopo Natale.
Sei mesi dopo, era fine maggio. Anche mia sorella è salita su quella montagna per una VQ. Lei è in simbiosi con gli animali, ma non era mai stata a dormire in una tenda, il digiuno forse non era un problema, il peggio, era esser sola nella foresta. Ha organizzato il suo campo base meticolosamente. Ha camminato moltissimo e cercato a lungo il suo PP per l’ ultima notte. Poi è stata attratta da un albero, tutto da un’ altro versante della montagna, dove ha sentito che qualcuno ‘ aveva già pregato’.
Quando è tornata al campo base a Quest finita e il sole già alto, l’organizzatrice le ha detto: ‘ In tanti anni, non ho mai visto una cosa simile. Hai trovato il posto di potere di tua sorella.’
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